Italia protagonista della Fiera del Libro, nel bene e nel male!

Ieri ha preso il via la 76ª edizione della Fiera del Libro di Francoforte, un appuntamento di riferimento per il mondo dell’editoria, che richiama professionisti del settore da tutto il mondo. Per i primi tre giorni, l’evento è riservato agli operatori – editori, agenti letterari, traduttori e scrittori – mentre il pubblico potrà accedere durante il fine settimana, sabato 19 e domenica 20 ottobre. Quest’anno, il ruolo di ospite d’onore della Fiera è ricoperto dall’Italia, un evento atteso dal 1988, ultima volta in cui il nostro paese aveva avuto questo prestigio.

Tuttavia, nonostante il focus sull’Italia, una polemica ha dominato l’apertura della Buchmesse: l’esclusione dello scrittore Roberto Saviano dalla delegazione ufficiale italiana. Saviano, noto in Germania per il suo bestseller “Gomorra”, non è stato incluso tra gli autori selezionati dal governo italiano e dall’Associazione Italiana Editori (AIE). La decisione ha suscitato subito perplessità tra gli osservatori e la stampa, sia italiana che tedesca. L’assenza di Saviano, insieme a quella di altri grandi nomi della letteratura italiana contemporanea come Antonio Scurati e Paolo Giordano, è stata percepita da molti come una scelta politica, legata alle critiche dello scrittore nei confronti del governo di Giorgia Meloni.

Il commissario per la partecipazione italiana alla Fiera, Mauro Mazza, ha motivato l’esclusione di Saviano sostenendo che le sue opere non sarebbero “interamente originali”, ma la giustificazione non ha placato le polemiche. In risposta, Juergen Boos, direttore della Buchmesse, ha subito invitato Saviano a partecipare all’evento, anche se non come parte della delegazione ufficiale. Questo gesto ha dimostrato l’impegno della fiera nel dare spazio alla pluralità di voci, facendo della presenza di Saviano uno dei momenti più attesi della manifestazione.

L’assenza di Saviano dalla delegazione ufficiale non è stata un episodio isolato. Già nel giugno scorso, 41 autori avevano firmato un appello rivolto all’AIE e agli organizzatori della Fiera, criticando l’esclusione dello scrittore. Saviano è da anni una figura controversa in Italia, soprattutto per le sue posizioni critiche verso il governo. Lo scorso anno è stato condannato a una multa di 1000 euro per aver definito con aggettivi poco eleganti la premier Giorgia Meloni ed il ministro Salvini durante una trasmissione televisiva, accusa che non ha fatto altro che acuire le tensioni tra l’autore e le istituzioni italiane.

L’assenza di Saviano alla cerimonia di apertura ha reso ancor più evidente la differenza di approccio tra le istituzioni italiane e tedesche. Se da una parte l’Italia ha preferito una delegazione priva di figure particolarmente critiche, dall’altra la Germania ha fatto di tutto per garantire la partecipazione di Saviano, vedendolo come un simbolo di libertà di espressione. Durante la cerimonia di apertura, il ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, ha cercato di stemperare le polemiche sottolineando l’importanza del dialogo tra le culture, ma non ha potuto evitare il confronto con il discorso della sua omologa tedesca, Claudia Roth, che ha ribadito il valore della democrazia e della pluralità di voci.

Questa edizione della Fiera del Libro di Francoforte rimarrà quindi segnata dalla polemica sull’esclusione di Saviano, che ha sollevato interrogativi su come la letteratura possa – o debba – confrontarsi con le istituzioni. E mentre l’Italia celebra la propria cultura come ospite d’onore, è proprio una voce critica come quella di Saviano a risuonare tra i padiglioni della Buchmesse, grazie all’invito dei tedeschi, facendo riflettere non solo sull’editoria, ma anche sul ruolo della libertà di espressione in un contesto internazionale.

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