La stazione di Westhafen
Ogni stazione di Berlino ha le sue particolarità. Ognuna è diversa, ognuna ha una storia da raccontare ed uno stile architettonico ben riconoscibile. Scendendo le scale della fermata di Westhafen si viene accolti da delle belle piastrelle bianche, alcune decorate con una lettera. Niente punti né virgole. Solo lettere. Messe in ordine spazio a costruire forme dalle geometrie speciali. Bisogna conoscere il tedesco per interpretare bene il senso di questa opera artistica. “Jeder Mensch hat das Recht auf Leben Freiheit und die Sicherheit der Person” si legge su una parete. “Alle Menschen sind frei und gleich” su un’altra e così via. Si passa il tempo in attesa del treno a decifrare queste iscrizioni e si scopre che sono gli articoli della “Dichiarazione Universale dei Diritti umani”, la cui redazione fu promossa nel 1948 dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.
La stazione non è sempre stata così. Inaugurata il 28 agosto 1961, poche settimane dopo la costruzione del Muro di Berlino, la Stazione di Westhafen all’epoca era una semplice stazione della linea G, senza accesso diretto alla Sbahn. Una misura pensata dal Governo di Berlino Ovest per scoraggiare l’utilizzo della Schnellbahn, di proprietà della DDR. L’accesso alla stazione di superficie venne costruito solo 1975 infatti. Il nome della stazione inizialmente era Putlitzstraße, Westhafen fu adottato solo nel 1992. Nel 2000 avvennero i lavori di ristrutturazione, che ci han regalato la stazione di Westhafen come la conosciamo oggi. Così come altre stazioni metro di Parigi, Londra, Stoccolma, Rio de Janeiro, Bruxelles e Lisbona la stazione di Moabit è stata scelta per il progetto degli artisti Françoise Schein e Barbara Reiter chiamato “INSCRIRE – die Menschenrechte schreiben”. E cosi si è pensato di decorare le pareti della metro con citazioni tratte dalla Dichiarazione Universale.
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Perché proprio la stazione di Westhafen e non altre? Ricordate la prigione di Plötzensee di cui vi ho parlato qualche giorno fa? Ecco, la prigione dista pochi metri da qui. Inoltre è da qui che partivano i treni pieni di ebrei berlinesi deportati nei campi di concentramento. Westhafen è diventata dunque in poco tempo una vetrina simbolo del rispetto dei diritti umani. Ed è bastato veramente poco. Niente di eclatante. Delle semplici frasi messe qui e lí sul piastrellato della stazione, scritte in modo da stimolare la curiosità dei viaggiatori che qui passano giornalmente. Anche questa è Berlino.
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Foto di copertina ad opera di berlinbahnstagram