L’omino dei semafori di Berlino: la storia dell’Ampelmann
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Nel solo periodo 1955-1960 dieci mila cittadini han perso la vita investiti nei pressi di un semaforo di Berlino Est. E come evitare quindi la confusione, aggirare problemi come la discromatopsia e soprattutto, salvare vite umane? Con la creazione di un pupazzino simpatico che segnala quando è il caso di attraversare e quando no. Con l’unificazione tedesca si è cercato di far sparire tutti i simboli della DDR, ma Ampelmann – anche grazie ad un referendum popolare – è tornato in vita, da una e dall’altra pare del Muro. Scavalcando addirittura i confini nazionali.
Quanti di voi infatti dopo un soggiorno berlinese sono tornati a casa con un magnete di Ampelmann? E con un apribottiglie? E la penna? Il portachiavi? La tshirt, la felpa, il cappellino? Il successo dell’omino dei semafori di Berlino è frutto della geniale intuizione di Markus Heckhausen, un grafico originario di Thübingen che, iniziando con la creazione di lampade domestiche costruite con i vetri riciclati dei semafori di Berlino Est, ha iniziato piano piano a creare una linea apposita che mette il nostro Ampelmann ovunque! Per avere un’idea date un’occhiata al sito ufficiale: www.ampelmann.de. Da lì ai negozi, al ristorante e alla Gloria internazionale il passo è stato davvero breve.
La storia di Ampelmann, seppur breve, è costellata di successi. Dall’oblio a cui era stato destinato ad una resurrezione a furor di popolo, l’omino del semaforo di Berlino è diventato uno dei simboli più conosciuti di Berlino, al pari della Porta di Brandeburgo, della Torre della Tv e della Colonna della Vittoria. Quante altre città al mondo possono vantare tra i loro ambasciatori un simbolo così simpatico e di impatto?!? I semafori di Berlino come monumento alla memoria cittadina, per non dimenticare un passato non così lontano, in cui da una parte c’erano le luci del capitalismo del Ku’damm e dall’altra le luci di quest’omino simpatico a regolare il traffico di Berlino Est.
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