Berlino Segreta: Le vie francesi ed i quartieri francesi

Dopo più di 10 anni, Berlino continua a stupirmi con degli angoli della città assurdi che non mi aspetterei mai di incontrare. Stavolta la sorpresa è avvenuta passeggiando per Tegel, dove mi sono imbattuto in vie dai nomi molto particolari e assolutamente non tedeschi: Rue Dominique Larrey, Rue Ambroise Paré, Rue Charles Calmette, etc… Anche il colore dei segnali stradali non ha nulla a che vedere con il classico bianco e nero berlinese, ma i nomi delle strade sono scritti in bianco su sfondo blu, come a Parigi. Questo mi ha spinto a documentarmi un po’ ed ecco che oggi vi parlo dunque dell’eredità delle forze di occupazione francesi qui a Berlino.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Berlino fu suddivisa in quattro settori, ciascuno amministrato da una delle potenze alleate. Il settore nord-occidentale, comprendente i distretti di Reinickendorf e Wedding, fu assegnato alla Francia. Dal luglio 1945 al settembre 1994, circa 120.000 soldati francesi furono stanziati a Berlino, lasciando un’impronta culturale e architettonica significativa nella città.

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By Alexrk2Own work, CC BY-SA 3.0, Link

Per ospitare le famiglie dei militari francesi, a partire dagli anni ’50, furono costruiti diversi complessi residenziali noti come “Cités”. Tra questi, la Cité Pasteur e la Cité Guynemer, situate rispettivamente di fronte al Quartier Napoléon e accanto all’aeroporto di Tegel, erano destinate principalmente al personale dell’aeronautica. Le loro autorimesse a schiera sono oggi protette come monumenti, rappresentando esempi distintivi dell’architettura degli anni ’50.

Il Quartier Napoléon, situato lungo il Kurt-Schumacher-Damm nel quartiere Wedding di Berlino, ha svolto un ruolo centrale nella presenza francese in città durante il periodo post-bellico. Originariamente costruito tra il 1935 e il 1939 come caserma per il reggimento di fanteria della Luftwaffe “General Göring”, il complesso fu progettato dall’architetto Oberbaurat Schneidt per conto del Reichsluftfahrtministerium.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nell’agosto 1945, le forze francesi presero possesso dell’area, trasformandola nel loro quartier generale a Berlino e ribattezzandola “Quartier Napoléon” in onore dell’ingresso di Napoleone a Berlino dopo la vittoria di Jena nel 1806. Durante la loro permanenza, i francesi apportarono diverse modifiche e aggiunte al complesso. Tra il 1952 e il 1953, fu costruita la chiesa cattolica di St. Louis. Nel periodo 1955-1956, l’architetto Hans Wolff-Grohmann progettò un centro culturale che includeva un cinema, un hotel e un ristorante, denominato L’Aiglon (la giovane aquila, soprannome di Napoleone II) che oggi potete vedere abbandonato passando con il bus M21 da Jungfernheide a Kurt-Schumacher-Platz.

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Von Fridolin freudenfett (Peter Kuley)Eigenes Werk, CC BY-SA 3.0, Link

Il Quartier Napoléon non era solo un centro militare, ma anche un punto focale per la comunità francese a Berlino. Ospitava il comando delle truppe francesi e fungeva da fulcro per attività culturali e sociali. Accanto al complesso militare, sorse la Cité Joffre, un’area residenziale destinata alle famiglie dei militari, caratterizzata da tetti a falda che richiamano lo stile della Cité Pasteur. Queste “Cités” non solo fornivano alloggi funzionali, ma contribuivano a rafforzare la presenza culturale francese a Berlino.

Come dicevo, un aspetto particolarmente visibile dell’eredità francese a Berlino è la toponomastica. In alcune zone del nord della città, come le Cité Foch e Pasteur, si possono ancora trovare cartelli stradali blu con scritte bianche, recanti nomi francesi come “Rue” o “Allée”. Questi cartelli, che differiscono dai tradizionali segnali stradali tedeschi, sono testimonianze tangibili della passata presenza francese. Tuttavia, non tutte le aree hanno conservato queste peculiarità. Nel 2000, il distretto di Wedding ha deciso di sostituire le denominazioni francesi delle strade nella Cité Joffre con la corrispondente terminologia tedesca, in conformità con le normative locali sulla segnaletica stradale. Al contrario, le strade delle altre “Cités” in Reinickendorf sono rimaste proprietà privata del governo federale e, pertanto, non soggette alle leggi stradali berlinesi, mantenendo così le loro designazioni originali.

Con la caduta del Muro di Berlino e la successiva riunificazione della Germania, il ruolo delle forze di occupazione divenne obsoleto. Nel settembre 1994, le truppe francesi lasciarono ufficialmente Berlino, segnando la fine di un’era. Nonostante il loro ritiro, l’eredità francese rimane evidente in vari aspetti della città, dai nomi delle strade alle strutture architettoniche, fungendo da promemoria duraturo dell’influenza culturale francese sulla capitale tedesca.

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